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Wednesday 17 August 2011

Fattori determinanti dell'attuale crisi

Sarebbe forse lecito aspettarsi da un economista un’analisi sulla situazione attuale del mercato, corredata da molti grafici e tabelle.
Quelle verranno (in realtà sono già pronte) ma al momento mi sembra più rilevante chiarificare due fattori importanti che, in combinazione, hanno portato l’attuale situazione europea ad un punto di difficile soluzione senza un cambiamento radicale di mentalità.
Il motto dei coloni americani durante la guerra d’indipendenza, recentemente usato ed abusato, era ‘no taxation without representation’, ovvero: nessuna tassazione senza rappresentanza. Gli americani non si lamentavano, come molti credono, del livello di tassazione troppo alto, anche perché pagavano molto meno dei cittadini inglesi. Volevano invece eleggere rappresentanti a Westminster, non un parlamento locale ma quello della madrepatria. Fu il rifiuto inglese a scatenare la guerra d’Indipendenza Americana. Molte altre guerre e rivoluzioni sono state scatenate dal fatto che chi pagava di più per il mantenimento del sistema non poteva prendere le decisioni più importanti, o perché completamente escluso dal processo decisionale o perché comunque in minoranza rispetto ai settori della società che stava effettivamente mantenendo.
Vi chiederete: cosa c’entra questo con la situazione attuale in Europa?
Ebbene ci sono due difetti di rappresentanza che rischiano di minare gli equilibri sociali, dato che hanno già minato quelli economici.
Il primo è comune a gran parte del mondo, e risulta proprio dalla democrazia a suffragio universale: in un mondo che invecchia i giovani che producono la maggior parte del reddito sono in minoranza rispetto alle generazioni più vecchie che più ricevono dallo Stato. Il risultato è una crescita di quelli che in Inglese si chiamano ‘entitlement’ proprio per distinguerli dai ‘right’. I ‘right’ sono diritti fondamentali, come quello alla sicurezza, gli ‘entitlement’ sono diritti accessori, che in italiano vengono spesso definiti ‘diritti acquisiti’. Per evitare la confusione in italiano useremo qui i termini inglesi. Chiaramente per mantenere ed aumentare gli entitlement, di cui per lo più godono i più anziani, bisogna aumentare le entrate dello Stato. Questo si può fare con un aumento delle tasse o del debito pubblico. L’aumento del debito è stato conseguenza della ricerca del consenso elettorale da parte dei partiti presso una popolazione in costante invecchiamento.
L’aumento del debito oggi, però, porta inevitabilmente a dover aumentare le tasse domani se i denari presi a prestito vengono utilizzati non per investimenti che potrebbero aumentare la ricchezza ma per pagare vari entitlement e la crescita degli apparati dello Stato ad essi preposti. Questo è il motivo principale che ha portato il debito di molti Stati a crescere in modo esponenziale dal secondo dopoguerra (in tempi passati gli Stati si indebitavano principalmente per sostenere guerre). Quest’analisi deve molto a quelle di Niall Ferguson, contenute specialmente in ‘The cash Nexus’ e ‘The ascent of money’. Un tipo di entitlement più tipicamente italiano, poi, sono le rendite di posizione di cui godono imprese monopolistiche od oligopolistiche statali o di proprietà di ambienti vicini alla politica. Anche questo è un privilegio che pagano tutti e di cui godono pochi.
Il secondo difetto di rappresentanza è invece tipico dell’Europa, dove le decisioni importanti vengono prese sempre più a Bruxelles e poi ratificate a livello nazionale, mentre gli elettori eleggono principalmente i governi nazionali e locali. Se è vero infatti che il Parlamento Europeo viene eletto, è altrettanto vero che la Commissione (sempre più un Governo) non viene eletta direttamente, ma nominata anche utilizzando logiche di interesse nazionale. In un vuoto di potere durante la crisi, poi, la Banca Centrale Europea ha dovuto prendere in mano la situazione più di una volta, dato che i meccanismi per le decisioni importanti richiedono in Europa molto tempo in quanto devono essere ratificate dai Parlamenti Nazionali. Ovviamente la BCE non è un organo elettivo.
Quest’ultimo difetto di rappresentanza sta creando disaffezione verso l’Europa in larga parte dell’opinione pubblica del Vecchio Continente.
Esistono modi per superare i due difetti che abbiamo individuato senza ricorrere a soluzioni radicali come la riduzione del suffragio, ma che hanno implicazioni molto forti dal punto di vista politico.
Per risolvere il problema generazionale è necessario introdurre un vincolo di bilancio non modificabile. Questo però deve andare oltre il pareggio, che può essere raggiunto con nuove tasse. Infatti le nuove tasse riducono la crescita mantenendo gli entitlement, essenzialmente penalizzando i giovani. Il vincolo necessario deve stabilire che una generazione non può lasciare più debito di quello che ha trovato (come sostiene Laurence Kotlikoff a proposito degli USA http://www.bloomberg.com/news/2011-08-03/generational-balance-not-budget-balance-laurence-kotlikoff.html). Esistono metodi in economia che permettono di misurare queste grandezze e che vertono intorno alla Contabilità Generazionale (Generational Accounting). L’unico modo equo per tutti di procedere è cioè ridurre gli entitlement e le rendite di posizione , di cui alla fine gode una minoranza ma che tutti pagano. Notiamo che in Italia in particolare il difetto di rappresentanza dei giovani si estende, per motivi simili, alla rappresentanza sindacale. La CGIL, principale sindacato italiano, riporta (http://www.cgil.it/tesseramento/default.aspx) nel 2010 una percentuale di pensionati di ben il 52.1%. Oltretutto la categoria di lavoratori attivi con percentuale più alta è quella della funzione pubblica, con il 7.1%. In sostanza quasi un 60% degli iscritti dipende da o lavora per gli entitlement. Un modo per risolvere questo difetto di rappresentanza è superare la contrattazione nazionale e concentrarsi su contratti aziendali. Passi incoraggianti sono stati compiuti in questo senso recentemente. Questi dati possono anche spiegare la forte resistenza al cambiamento da parte del sindacato.
Per risolvere il secondo problema è necessario, se si vuol continuare ad avere un’Unione Europea, accelerare l’integrazione politica dando però ai cittadini la possibilità di eleggere il Governo Europeo. E’ necessario cioè un ridimensionamento del livello decisionale nazionale e l’emergere di partiti Europei che riescano a proporre programmi coerenti per tutta l’Unione.

2 comments:

  1. Interesting spiegare la crisi partendo dal difetto di rappresentanza... È quello che continuiamo a ripeterci: noi giovani in Italia non contiamo nulla, è come se non ci fossimo... Peccato poi che senza di noi non ci sarebbero i soldi per mantenere gli entitlement di politici e pensionati...

    Quando la classe politica se ne accorgerà, sará troppo tardi, tutti i giovani con una marcia in più se ne saranno andati, e qui resteranno pensionati e giovani buoni a fare gli operai, le cameriere e le cassiere. Nulla di male, ma nessun paese può crescere senza lavoratori qualificati, in grado di produrre davvero valore aggiunto. Saremo noi il terzo mondo tra qualche anno, se non ci diamo una mossa....

    Altro che scossa per l'economia... Qui ci vorrebbe una vera e propria rivoluzione...

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  2. Le rivoluzioni tendono a distruggere ricchezza, quindi meglio evitarle.
    Uno scossone è sufficiente, e verrà (spero) dal rinnovamento della classe dirigente con il pensionamento dei sessantottini o da un effettivo commissariamento da parte delle autorità politiche e/o monetarie tedesche. Un'era politica in ogni caso è finita: vediamo cosa riserva la prossima

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