Si sente da più
parti affermare che il problema dell’economia di oggi sia il ricorso a valute
non sostenute da valori tangibili, e/o che sia la stampa di moneta creata dal
nulla (o grazie ad una partita di giro con titoli di Stato, che indebiterebbe
artificialmente tutti i cittadini) a creare inflazione e bolle speculative in
alcuni settori.
La prima
affermazione implica che prima dell’invenzione della carta moneta non sarebbero
esistite svalutazioni con iperinflazione.
La seconda che
qualora si attuassero svalutazioni, non ne conseguirebbe inflazione purché sia
lo Stato stesso, e non la Banca Centrale, ad occuparsi della stampa di moneta,
eliminando la partita di giro vista sopra.
Cominciamo dalla
prima affermazione: episodi di iperinflazione esistono storicamente anche prima
della diffusione della cartamoneta, avvenuta notoriamente in Cina intorno
all’undicesimo secolo D.C. durante la dinastia Song.
Il primo episodio
di iperinflazione di cui si ha notizia risale infatti all’imperatore romano
Diocleziano, tra il 216 e il 218 D.C. Diocleziano finanziò opere pubbliche
civili e militari con la stampa di monete di bronzo, effettivamente svilendo il
valore della moneta in circolazione e moltiplicando la base monetaria.
Risultato: inflazione fuori controllo e disastro economico, che l’Imperatore provò a correggere imponendo
controlli di prezzo (pena la morte a chi vendeva sopra i prezzi imposti).
Siccome la conseguenza di questo fu il fallimento di molte imprese, che
dovevano vendere sottocosto, Diocleziano
pensò bene di imporre a chiunque di fare il lavoro del proprio padre, di nuovo
pena la morte per i contravventori (aveva evidentemente poca fantasia). Ecco
come la buona intenzione di stimolare l’economia e rafforzare lo Stato risultò
nell’asservimento di tutti i sudditi dell’Impero. Per inciso quest’episodio (e
molti di quelli successivi) mostra chiaramente come non serva affatto un ente
privato che intasca il signoraggio (cosa che non avviene neanche oggi, vedi http://lettotralerighe.blogspot.it/2012/10/babbo-natale-e-la-macchina-dei-soldi.html) per creare iperinflazione.
Molti episodi
successivi ebbero dinamiche simili, provocando direttamente o contribuendo a
conseguenze come guerre di conquista, guerre civili, rivoluzioni, depressioni
economiche ed altre amenità. Hayek (quanto ci manchi zio Friedrich!), che aveva
vissuto qualcosa di simile in Austria, non a caso descrisse bene il processo
nel suo ‘Road to Serfdom’, che dovrebbe essere lettura obbligatoria in tutte le
scuole dell’obbligo. Invece i diritti delle opere del grande austriaco furono
acquisiti da una casa editrice italiana con l’espressa intenzione di non darli
mai alle stampe in traduzione. Fortunatamente in molti oggi leggono l’inglese
senza problemi. Per questi i libri di Hayek sono disponibili insieme a molti
altri (gratis!) qui: http://mises.org/Literature.
Altri episodi di
iperinflazione, precedenti e successivi all’introduzione della cartamoneta,
sono:
Impero Bizantino,
sotto Costantino IX Monomaco (1042-1055), che svalutò la valuta di riserva
mondiale dell’epoca, il Bisante, per finanziare guerre.
Filippo IV il
Bello (1268-1314), che dopo aver più volte svilito il valore della moneta, si
impossessò di tesori altrui (l’episodio è notissimo) e risolse il problema
essenzialmente condannando a morte i creditori. Per chi pensa che questa sia
una buona idea, notiamo che il maggior creditore dello Stato italiano sono le
famiglie italiane che hanno comprato BOT e BTP, ovvero la maggior parte dei
cittadini.
Mississippi
bubble (1719), creata in Francia da John Law, il primo vero teorico della
moneta esclusivamente mezzo di scambio (come si vede la Modern Monetary Theory
non è affatto moderna). Lo Stato francese era essenzialmente in bancarotta a
causa della grandeur del Re Sole, che lasciò le casse vuote.
Altri episodi
seguono:
Rivoluzione
francese (1789-1795)
Stati confederati
durante la Guerra Civile americana (1861-1865)
Germania
1920-1923 (deflazione ed iperinflazione di Weimar)
Russia, Austria,
Polonia, Ungheria tutte nei primi anni 20.
Per evitare di
maramaldeggiare citeremo solo collettivamente ed en passant gli episodi durante
e dopo la seconda guerra mondiale e quelli tristemente famosi dello Zimbabwe,
di cui abbiamo già parlato, e dell’America Latina in anni più recenti. Questi
ultimi hanno peraltro portato spesso a dittature militari particolarmente
sanguinarie.
Veniamo dunque
alla seconda affermazione: abbiamo già visto come un’inflazione fuori controllo
può essere creata benissimo anche quando è lo Stato stesso ad occuparsi della
creazione di moneta, e anche quando e se questo è uno Stato con Governo eletto
dal popolo. Sarebbe infatti facile affermare che era il dittatore o regnante di
turno a prendere per se’ i proventi del signoraggio a spese del popolo inerme.
Ovviamente non è così.
Conclusione: la
MMT, che abbiamo visto non essere moderna e per di più non è neanche una
teoria, può essere tranquillamente accostata alla Corazzata del famoso film di
Fantozzi. E ora chissà cosa inventeranno Lorsignori per argomentare che, contro
logica e precedenti, le cose non stanno ‘esattamente così’ o, ancor più
classicamente, che ‘il problema è un altro’. Sentiamo già in sottofondo il
rumore di frizione particolarmente fastidioso prodotto dal futile tentativo di
arrampicata su specchi, sport particolarmente diffuso nei circoli
‘alternativi’, accademici e non.
P.S. Per chi
fosse interessato a leggere un articolo di un’università seria (quella di
Rotterdam) in materia di bolle speculative, invece di ascoltare i soliti
quattro sfigati di istituzioni accademiche di infima serie: http://people.few.eur.nl/smant/m-economics/bubbles/johnlaw.htm. Consigliamo un occhio di riguardo alle
conclusioni, simili a quanto affermato qui ed in precedenza da noi.
Riportiamo qui un passaggio particolarmente
significativo dell’articolo: ‘As every
financial economist today would know, announcing a future value for a
durable asset such as shares, exchange rates, etc., and therefore changing
expectations of future value, must have an immediate effect on its current
value. Except for the value of time (discount rate), the current price will
immediately adjust to the expected future value; there can be no gradual
adjustment in asset prices. This is exactly what happened at the end of May
1720.’
Evidentemente
Lorsignori non sono economisti finanziari, ma questo lo sapevamo. Il peggio è
che non sono evidentemente neanche economisti. Infatti i maggiori propugnatori
della Corazzata di cui sopra sono psicologi, avvocati o, quando va bene,
laureati in ‘scienze’ politiche.
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