Ci sono adulti
che ancora vogliono credere a Babbo Natale, ma almeno hanno la decenza di non
volerne spiegare l’esistenza in maniera scientifica.
Invece ci sono alcuni
personaggi (li chiameremo Lorsignori, tanto sono sempre gli stessi) che hanno
ammantato un ragionamento completamente privo di senso di una parvenza di
spiegazione pseudo-scientifica che sembra aver convinto altri personaggi, e ne
sta convincendo sempre di più. Il motivo per cui il popolo si fa convincere è
che le idee sono populiste. In particolare piace a molti pensare che il debito
non sia un problema, e che tutto si possa risolvere con una tecnologia a
disposizione dei Governi: la pressa da stampa.
Il ragionamento è
più o meno questo: siccome la moneta viene emessa dietro debito, il tutto è una
partita di giro. Il motivo, secondo Lorsignori, per cui stampare moneta sarebbe
un problema è che la stampa di moneta al momento non viene effettuata dallo
Stato, ma da una Banca Centrale che è indipendente dallo Stato, e per di più a
capitale privato, che lucra la differenza tra il costo di stampa e il valore
facciale della moneta. Questa differenza si chiama ‘signoraggio’.
Cominciamo a
chiarire che il meccanismo di creazione monetaria non è quello descritto sopra:
intanto è ovvio che se la Banca Centrale emette moneta dietro titoli di Stato, l’utile
che deriva è dato semmai non dalla differenza tra costo di stampa e valore
facciale delle banconote, ma dall’interesse sul debito di Stato che la Banca
Centrale acquista. Ricordiamo poi a
Lorsignori che le Banche Centrali, a parte una quota per le spese, retrocedono
i guadagni in eccesso allo Stato stesso. In altre parole semmai è lo Stato, e
non la Banca Centrale, che lucra il signoraggio.
Ma diciamo che
tutti questi sono tecnicismi e, pur avendo visto sopra che la pars destruens di
Lorsignori non funziona, concentriamoci sulla pars adstruens (o construens) del
loro ragionamento, ovvero: che facciamo allora?
La proposta di
Lorsignori è, in poco spazio: stampiamo moneta a piacere, tanto è tutta una
partita di giro.
Va ricordato a
Lorsignori che questa ‘strategia’ è stata già utilizzata nel ridente Zimbabwe,
che ha portato l’inflazione dal 9% del 1980 a 471.000.000% (avete letto bene:
quattrocento settantuno milioni per cento) del 2008. Poi la situazione, nel
corso del 2008, è ancora peggiorata.
Il motivo non è
che lo Stato, o le Multinazionali, o le Banche sono brutte e cattive.
Il motivo è che
la moneta dello Stato, esattamente come il debito pubblico, alla fine, è garantita
da garanzie reali o non vale niente.
In altre parole
quello che gli anglosassoni chiamano ‘Full faith and credit’ dello Stato
rappresenta la ricchezza della Nazione.
Se avviene un
aumento della ricchezza creata, è naturale pensare che l’offerta di moneta può
essere incrementata. In caso contrario immettere moneta che viene usata per
comprare gli stessi beni e servizi che c’erano prima ma con più soldi a
disposizione non può che far aumentare i prezzi.
In buona sostanza
il succo è: indebitiamoci, così possiamo investire per ripagare il debito.
Tolta la parte di mezzo si ha: indebitiamoci per ripagare il debito. Qualsiasi
alunno delle Scuole Materne di media intelligenza a cui venisse fatto un
discorso del genere da un proprio genitore non potrebbe non chiedersi se al
mattino il genitore stesso non abbia per caso confuso la bottiglia del latte
con quella del vino.
Un’altra proposta
di Lorsignori è evitare di pagare il debito: tirano poi fuori varie forme più o
meno creative per i dettagli tecnici del come farlo.
Ebbene ricordiamo
che una gran parte dei titoli di Stato è detenuto da risparmiatori cittadini
dello Stato stesso. Per inciso in Italia lo stock di debito detenuto da
cittadini è particolarmente alto.
Quindi chi va a
votare non si faccia abbindolare da chi vuol vendergli i soldi di Babbo Natale:
le idee di Lorsignori renderebbero tutti più poveri, o attraverso l’inflazione
(che confisca i soldi dei risparmiatori a vantaggio dei debitori), o attraverso
la riduzione diretta del risparmio attuata con default o, come par di capire,
con una combinazione delle due proposte scellerate con doppio danno per i
cittadini.
due domande :
ReplyDelete1) le garanzie reali, che secondo quanto scritto sarebbero il sottostante della moneta, da chi sarebbero possedute?
2) non ho proprio capito cosa si intende con "le Banche Centrali, a parte una quota per le spese, retrocedono i guadagni in eccesso allo Stato stesso". forse (forse) in Italia poteva valere prima della legge Andreatta del 1981 ... ma ora non capisco come succeda.
grazie
1) sono tutti gli asset in grado di produrre reddito, e quindi tasse. Sono quindi localizzate in generale all'interno del territorio dello Stato. La proprietà può essere statale o privata (alla fine è irrilevante in quanto lo Stato impone tasse sul reddito conunque). Poi ci sono gli asset di Stato, che sono le garanzie più ovvie in quanto di proprietà dello stesso. Venderli e monetizzare non cambia la ricchezza a disposizione dello Stato se la valutazione è corretta, in quanto un asset in grado di produrre reddito è prezzato correttamente come il valore atteso di tutti i flussi di cassa che potrà generare.
ReplyDelete2) è un errore comune, non so se generato da ignoranza della materia o da spin doctors con interessi politici ed elettorali. Basterebbe andare a leggere i bilanci della Banca d'Italia o effettuare una ricerca su google o wikipedia.
E.g. il meccanismo è spiegato abbastanza bene, sempre se non si vuole andare a leggere i bilanci, in: http://it.wikipedia.org/wiki/Teorie_del_complotto_sul_signoraggio