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Thursday 15 December 2011

L’Euro e la deflazione di Weimar: perché gli sforzi per riconquistare la fiducia dei mercati nell’Euro per ora sono falliti


E’ ormai chiaro a molti analisti che il motivo per cui una soluzione vera alla crisi dell’Euro non è stata trovata finora è l’incubo tedesco di una ripetizione dell’iperinflazione che distrusse la Repubblica di Weimar e consegnò lo Stato ai Nazisti.
Sembra questa l’unica spiegazione possibile per un Paese esportatore che forza una stretta fiscale nei suoi principali mercati di sbocco: irrazionalità che confina con la follia.
Non è la ripetizione dell’iperinflazione della Repubblica di Weimar che i tedeschi dovrebbero temere, ma la forte deflazione che ebbe la stessa Repubblica.
Se i creditori sono preoccupati per le difficoltà degli Stati europei di ripagare il loro debito non è perché il debito è alo in se’, ma perché è alto in proporzione al PIL. L’attenzione di investitori razionali nei mercati del credito è perciò sulla crescita quanto sul debito.
Correggere uno squilibrio del rapporto deficit /PIL può essere paragonato al tiro ad un bersaglio mobile, con la differenza che il tiro può anche muovere il bersaglio. Il problema di usare solo, o prevalentemente, misure di austerità è che i benefici sul debito possono essere cancellati dal danno al PIL. Se lo Stato aumento le tasse, questo stesso atto può diminuire la crescita tanto da generare entrate fiscali più basse di quelle che lo Stato avrebbe avuto senza aumentare le tasse. In questo modo può essere iniziata quella che gli economisti chiamano un spirale di debito. Una volta iniziata, uscire da una spirale di debito può essere molto difficile.
Li misure adottato in Grecia fino ad ora sono proprio un esempio di spirale di debito. Il Governo impone solo, o prevalentemente, nuove tasse con poche riforme strutturali o veri tagli alla spesa dello Stato. Questo porta ad una contrazione economica che finisce per deprimere le entrate fiscali. Ripetere daccapo. Alla fine, questo ha creato forte deflazione in Grecia.
Se l’Italia farà lo stesso il problema si presenterà su scala molto più grande. Ciò potrebbe portare a fallimenti multipli di Stati, banche ed aziende in tutta Europa e nel mondo e, come ultimo atto, stampa di moneta ed iperinflazione.
Questa, signori tedeschi, è la ricetta giusta pe runa ripetizione dei problemi di Weimar, non stampare moneta adesso.
Il motivo per cui stampare moneta porterebbe solo ad un modesto rialzo dell’inflazione è molto semplice: i meccanismi di trasmissione del credito non funzionano a dovere perché il sistema bancario non sta rispondendo. Se questo non fosse il caso, le massicce iniezioni di liquidità nel sistema bancario da parte della BCE avrebbero già creato inflazione ben oltre il 5%. In linguaggio da economisti, la velocità della moneta è molto bassa. Se dovesse accelerare di nuovo a livelli normali con il rischio di creare inflazione, sarebbe relativamente semplice per la Banca Centrale limitare di nuovo la liquidità.  Se non è chiaro come farlo a Francoforte, signori dell’Eurotower, potete mandare un’e mail al vostro amico in Toscana. A pensarci bene potreste voler venire di persona: fate voi.
Stampare moneta, quindi, non sarebbe una soluzione in se’. Altre misure sono necessarie. Progressi sono stati fatti per aiutare il sistema bancario a funzionare di nuovo (a dimostrazione che Draghi sa già cosa fare, anche se potrebbe voler venire in Toscana lo stesso per un buon pranzo) ma si deve fare di più sul fronte della crescita, e questo è lavoro dei politici.
Bisogna notare innanzitutto che ci sono studi (ad esempio di Alberto Alesina di Harvard) che mostrano come diminuire la spesa dello Stato è un modo molto migliore per riequilibrare il rapporto debito/PIL di quanto non lo sia alzare le tasse. Quindi le misure fiscali dovrebbero andare molto più nella direzione di tagli e meno nell’aumento delle tasse. Per ora è stato il contrario in Europa, eccetto forse in Gran Bretagna. L’Italia ha annunciato una serie di liberalizzazioni e vendite di asset governativi anche locali ma non ha ancora fatto niente di concreto. Vedremo se l’economista Mario Monti riuscirà dove finora tutti hanno fallito.
Con le risorse così rese disponibili è necessario non ascoltare suggerimenti di incrementare la spesa statale ma di utilizzarle per ridurre il debito. Coloro che suggeriscono interventi keynesiani non considerano che questi non funzionano se lo Stato può finanziarsi solo a tassi punitivi. D’altra parte lo Stato deve ridurre la burocrazia per incoraggiare investimenti privati in necessarie infrastrutture. Tutto quello che lo Stato deve fare è vendere le concessioni: il libero mercato può fare il resto. Le ferrovie europee sono state costruite così nel diciannovesimo secolo, quindi perché non dovrebbe funzionare ancora?
La combinazione di questi interventi avrebbe forte effetto di stimolo, specialmente se venissero anche adottate azioni per aumentare la partecipazione alla forza lavoro. Questo significa mandare la gente in pensione più tardi (come stanno facendo) ed incoraggiare l’occupazione di donne e giovani. Se queste misure avranno successo nell’aumentare la partecipazione alla forza lavoro, la crescita trend si alzerà.
Allo stesso tempo , però, è anche necessario ristabilire il funzionamento dei canali di trasmissione del credito.
Al momento questi non funzionano perché le banche preferiscono mantenere liquidità invece di prestare ad altre banche. Questo è dovuto ad incertezze riguardo gli haircut sul debito sovrano (che si stanno eliminando in Europa grazie soprattutto all’intervento francese) e sulle riserve di capitale. Se l’Europa vuole evitare una stretta creditizia deve chiarificare quali saranno le riserve necessarie e quando saranno introdotte. L’incertezza creata dai politici in merito condiziona negativamente gli sforzi che l’ottima BCE fa per introdurre misure di liquidità.
Il giornalista italiano Beppe Severgnini ha scritto sul Financial Times chiedendo ai tedeschi di smettere di essere irrazionali sull’inflazione, notando correttamente che quando i mediterranei chiedono ai tedeschi di smettere di agire in modo emotivo si contraddicono alcuni cliché.
Il Cancelliere Merkel ha il dovere di spiegare le conseguenze di austerità senza crescita (ovvero la deflazione) ai suoi elettori, altrimenti potrebbe essere rieletta solo per coordinare la rottura dell’Unione Europea (con corollario di iperinflazione).
Signori tedeschi: nessuno vuole i vostri soldi. Dovete solo essere ragionevoli. Vediamo se finalmente capiscono!

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